Lo sapevi che...?

Lo sapevi che un’insegnante è un pubblico ufficiale!?
Lo sapevi che per via della privacy un insegnante non può requisire un cellulare ad un alunno se non facendogli prima togliere la scheda Sim!?
Lo sapevi che ultimamente gli insegnanti prediligono compiti in classe a risposta multipla , rispetto a quelli a domanda aperta, onde evitare feroci contestazioni da parte di genitori che arbitrariamente stabiliscono che il “prof” in questione abbia dato un voto troppo basso al figlio?!
Lo sapevi che il sentimento che maggiormente viene palesato dal corpo docente è la solitudine?! Da secoli la Scuola rappresenta il luogo fisico ed emotivo dove far crescere menti e sentimenti; osservando la situazione attuale sembra sempre più un territorio dove la scolarizzazione ha lasciato il posto all’invasione e alla confusione.

Alunni autocrati, genitori prepotenti ed insegnanti stanchi e sempre più disillusi, stanno spostando sempre più in là la possibilità di un riordino di ruoli necessario per stabilire norme e metodi moderni di insegnamento.

Ma cos’è successo…!? 

La scuola è un passaggio obbligato, almeno fino ad una certa età; tutti noi abbiamo vissuto l’ansia della prova, la paura dell’insegnante, il peso di un brutto voto, la fatica dei pomeriggi sui libri. Tutti… Ora pare che questo si sia modificato…

Siamo diventati giustamente e sanamente sensibili ai sentimenti dei fanciulli e proprio per questo, da adulti, cerchiamo di evitare loro qualunque forma di frustrazione e sofferenza, dimenticandoci però che la responsabilità e gli insuccessi non vanno evitati, ma affrontati; insegnare ai nostri figli a tollerare la frustrazione di un fallimento è ben più educativo e funzionale rispetto ad allearsi con lui contro il professore.
Difendiamo a spada tratta azioni malsane compiute in classe, che talvolta sfociano in veri e propri atti di bullismo, sorridendo e minimizzando, non consapevoli che dentro quel minimizzare c’è una legittima: io adulto ti legittimo a comportarti così! I docenti appaiono sempre più naufraghi in un mare popolato da squali; le regole vecchie non valgono più ma di fatto non sono chiare quelle nuove; rigore disciplina e intransigenza hanno lasciato il posto ad un atteggiamento più empatico, moderno e scevro dai ruoli che però rischia di essere tradotto dai ragazzi come sintomo di fragilità e mancata autorità, implementando così un sentimento di onnipotenza del fanciullo nei riguardi delle figure che diversamente dovrebbero essere di riferimento per la crescita.

 …ora lo sapete e leggendo le recenti cronache avrete senz'altro compreso che qualcosa sta incrinando il sistema di valori che la Scuola racchiude. La domanda ora è cosa fare!? Da dove ripartire!? L’unica ‘luogo’ da cui partire è sempre la conoscenza delle cose che può e deve trasformarsi in consapevolezza, trampolino di lancio per il cambiamento. Dall'informazione al cambiamento passando attraverso la consapevolezza, affinché parlando del futuro dei vostri figli nessuno vi domandi più “lo sapevi che…”

Scritto da:

Paola Brusa.
Psicologa e psicoterapeuta. Specializzata in terapia sistemico-relazionale.
Ha esperienza pluriennale nella terapia del singolo, della coppia e della famiglia.

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